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“Storia di un amore” Partanna rivive l’amore struggente di André Gorz tra parole, musica e danza

PARTANNA (TP) – Con il debutto in prima assoluta di “Storia di un amore”, ispirato a “Lettera a D.” di André Gorz, si è chiusa ieri sera la seconda edizione del Festival “Musiche e parole”. L’incantevole palcoscenico dell’area archeologica di Contrada Stretto a Partanna ha ospitato una dichiarazione d’amore universale, declinata attraverso parole, musica e danza, che ha commosso e affascinato il numeroso pubblico presente.

Lo spettacolo, curato dalla Fondazione Sebastiano Tusa in collaborazione con il Comune di Partanna e con il sostegno dell’Assessorato ai beni culturali della Regione Siciliana, ha visto la drammaturgia e la regia di Giovanni Mazzara, che ha saputo tradurre in un’esperienza multisensoriale il prezioso e toccante testo del filosofo André Gorz. Un racconto autobiografico, scritto negli anni Duemila e pubblicato poco prima della sua scomparsa, che narra l’amore profondo e appassionato di Gorz per la sua compagna Dorine.

Ad interpretare la figura del filosofo è stato Andrea Tidona, volto noto del cinema e della fiction italiana, che ha dato voce e corpo alle riflessioni intime e universali di Gorz con una sensibilità rara. Accanto a lui, Yuriko Nishihara ha dato vita a Dorine, la compagna perduta, con un’interpretazione che ha saputo unire la delicatezza della danza, di cui è anche autrice delle coreografie, alla profondità emotiva del personaggio.

Le musiche originali, composte da Giuseppe Milici all’armonica e Mauro Schiavone al pianoforte, si sono intrecciate magistralmente con brani di Michael Nyman e canzoni francesi del dopoguerra, creando un tappeto sonoro suggestivo che ha amplificato l’intensità emotiva della narrazione. L’allestimento e i costumi, curati da Valentina Console, hanno contribuito a creare un’atmosfera sospesa nel tempo, perfetta per l’ambientazione archeologica.

“Storia di un amore” si conferma come l’appuntamento conclusivo di una rassegna, quella di “Musiche e parole”, che anche quest’anno ha registrato il tutto esaurito, dimostrando la capacità di attrarre un pubblico vasto e competente, sempre più attratto dalle scelte artistiche audaci e dall’atmosfera unica che il sito archeologico di Contrada Stretto sa offrire.

Stefano Caruso