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Selinunte: “Phaedra – Eros e Thanatos” di Guglielmino Riscrive il Mito con Passione Moderna

Selinunte, 5 agosto 2025 – Il Parco Archeologico di Selinunte si è trasformato ieri sera, 4 agosto, in un palcoscenico ancestrale per il debutto di “Phaedra – Eros e Thanatos”, la nuova e audace rilettura del mito di Fedra firmata da Salvatore Guglielmino. Sotto il maestoso Tempio di Era, l’opera, ispirata a Seneca ed Euripide ma arricchita dalla visione contemporanea del regista e attore, ha offerto al pubblico presente un’esperienza teatrale intensa e profondamente evocativa.

L’attesa per questa inedita messa in scena era palpabile, e il lavoro di Guglielmino non ha deluso. La sua riscrittura del mito, che fonde l’esasperata passione di Fedra con il tormento interiore, supera le pur potenti interpretazioni dei suoi predecessori. In questa visione, la protagonista, interpretata con una forza magnetica da Deborah Caprioglio, perde ogni legame con l’onore convenzionale, spingendosi fino alla confessione della propria colpa di fronte a Teseo, poco prima di un epilogo tragico.

La rappresentazione vede Fedra come una figura tragica, consumata dalla passione e dalla colpa. L’intento è quello di offrire allo spettatore una profonda comprensione della psicologia e delle motivazioni del personaggio.

La vera novità di questa messa in scena è l’introduzione del personaggio del “vecchio saggio”, un consigliere di Teseo assente nelle opere originali. Questo elemento drammaturgico, interpretato con saggezza e gravitas da Stefano Masciarelli, aggiunge un ulteriore strato di complessità, tentando di arginare le passioni travolgenti di Fedra. Il conflitto tra il desiderio e la moralità, tra l’amore e la morte, è il vero motore dell’azione, amalgamando perfettamente il dramma classico con la ferocia e le pulsioni del nostro tempo moderno.

Il “tris d’assi” del teatro italiano, composto da Deborah Caprioglio, Stefano Masciarelli e dallo stesso Salvatore Guglielmino, forma un nucleo attoriale di rara potenza. Caprioglio incarna una Fedra indimenticabile, tormentata e seducente, mentre Masciarelli offre un Teseo credibile e Guglielmino stesso, nel ruolo del saggio, si dimostra un interprete capace di grande profondità. A completare il cast, Marta Limoli, Laura Sfilio e Franco Colaiemma contribuiscono con interpretazioni solide, arricchendo la narrazione.

A suggellare l’atmosfera e amplificare il pathos delle anime in scena, il suono ipnotico delle percussioni delle campane tibetane e di cristallo di Giovanni Grasso ha creato un tappeto sonoro unico, capace di trasportare il pubblico in una dimensione quasi sacra.

La regia di Guglielmino, supportata da un cast eccellente e da un’ambientazione di rara bellezza, ha saputo restituire al dramma classico una vitalità inaspettata, confermando il valore di “Mitoff” come fucina di teatro di qualità.

Stefano Caruso