Questo pomeriggio, il BookShop del Mac a Gibellina ha ospitato un evento culturale con la presentazione di “Mobbidicchi e altre storie”, il nuovo volume di teatro in lingua madre del regista e scrittore siciliano Giacomo Bonagiuso. Un’opera che si propone non solo di intrattenere, ma anche di interrogare e provocare attraverso l’arte teatrale.
A dialogare con l’autore è stato Filippo Triolo, direttore del Saliber Festival, mentre l’attrice Giovanna Scarcella ha curato gli interventi artistici, arricchendo ulteriormente il contenuto del libro. La presenza del Sindaco Salvatore Sutera e dell’assessora Francesca Barbiera ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa, parte integrante delle celebrazioni per “Il Maggio dei Libri 2025”.
Il volume, edito da Libridine, rappresenta il primo di due tomi dedicati al teatro di Bonagiuso, un’opera che si distingue per la sua audace reinterpretazione dei classici della letteratura mondiale. Con un filo rosso che intreccia la “tras-dizione” in siciliano arcaico, Bonagiuso reinterpreta opere come “Moby Dick” di Melville, trasformandola in “Mobbidicchi”, ma anche “Medea” di Euripide e “Don Chisciotte” di Cervantes, dando vita a titoli evocativi come “Pupa di Legno” e “Zì Chisciotte”.
La scelta di utilizzare la lingua siciliana non è casuale; essa diventa strumento euristico e rigenerativo, capace di risvegliare una narrazione nuova e potente. Bonagiuso non teme di affrontare temi complessi e controversi: il male, in particolare, emerge nelle sue opere nella sua autenticità più cruda. Non viene edulcorato o messo da parte a favore di un lieto fine consolatorio; al contrario, viene esplorato nella sua essenza per permettere una comprensione più profonda delle dinamiche umane.
Le opere teatrali greche hanno sempre utilizzato il male come veicolo per trasmettere messaggi universali e Bonagiuso si inserisce in questa tradizione con coraggio. La sua scrittura diventa quindi un pretesto creativo che invita il pubblico a riflettere su questioni attuali e universali.
Stefano Caruso

