In un’epoca in cui la cultura è spesso relegata a un ruolo marginale, la recente decisione di trasferire le opere di Ignazio De Blasi da Partanna a Castelvetrano non è semplicemente un cambio di location: è un interrogativo profondo e ineludibile sulla nostra identità culturale e sul valore che attribuiamo all’arte. De Blasi, con le sue creazioni, ha saputo catturare l’essenza della tradizione storica e della vita quotidiana del popolo siciliano, creando un rilevante patrimonio artistico.
La sua capacità di fondere tradizione orale e artigianato ha dato vita a opere che non sono soltanto oggetti da ammirare, ma veri e propri testi visivi che raccontano storie. Tuttavia , il gesto della vedova dell’artista, la signora Eugenia Morici, di spostare la collezione a Castelvetrano solleva interrogativi inquietanti sulle modalità con cui gestiamo e valorizziamo il nostro patrimonio artistico.
Dopo oltre un anno di esposizione nella Pro Loco di Partanna, dove le opere avrebbero dovuto fungere da catalizzatore per la riscoperta della cultura locale, il trasferimento a Castelvetrano mette in luce una discontinuità preoccupante nella promozione della memoria storica. E’ significativo notare che il Presidente della Pro Loco di Partanna, Roberta Pagano ha ospitato le opere di De Blasi gratuitamente e ha mostrato la massima disponibilità a tenerle temporaneamente nella sua sede.
Tuttavia, Eugenia Morici ha avviato contatti con il presidente della Pro Loco castelvetranese, Vincenzo Filardo, il quale ha promesso alla Morici un accordo con il Comune di Castelvetrano per gestire la collezione in comodato d’uso.
Questa prospettiva potrebbe rappresentare un’opportunità per rivalutare l’eredità artistica di De Blasi. La possibilità che queste opere trovino una collocazione permanente nel complesso monumentale dell’ex Convento dei Minimi, apre la porta a nuove riflessioni sull’accessibilità e sull’importanza che certe tradizioni possano essere tramandate in contesti culturalmente più attenti.
In questo scenario variegato e dinamico è fondamentale che le comunità locali si riapproprino del loro patrimonio artistico. Le opere di De Blasi devono diventare un ponte tra passato e futuro, tra l’individuo e la collettività. E’ tempo di riconoscere che l’arte non è solo una questione di bellezza, è una questione di identità. Non possiamo permettere che il nostro patrimonio venga disperso o dimenticato. dobbiamo combattere affinchè la cultura torni a occupare il posto che merita nel cuore delle nostre comunità.
Stefano Caruso


