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Michele Simplicio (Coordinatore Giovani del Belìce): “Sul flop del concorso all’ASP di Trapani serve una risposta politica e non solo tecnica”.

COMUNICATO STAMPA

«Il dato emerso dal concorso dell’ASP di Trapani per 50 posti da medico d’emergenza – con un solo assunto effettivo e 15 specializzandi ancora in formazione – è l’ennesima conferma di quanto denunciamo da tempo: il sistema di reclutamento sanitario è ormai del tutto inadeguato rispetto alle reali condizioni della sanità territoriale, soprattutto nel nostro comprensorio.»

A dichiararlo è Michele Simplicio, Coordinatore dei Giovani della Valle del Belìce, commentando la notizia apparsa oggi sui quotidiani regionali relativa all’esito del concorso bandito a gennaio dall’ASP di Trapani.

«Non possiamo più permetterci di far finta di nulla: non è solo un problema locale, è un fallimento strutturale – prosegue Simplicio –. Il paradosso è evidente: ci sono concorsi ma mancano i candidati; ci sono giovani medici ma vengono sottopagati o costretti a condizioni precarie; ci sono reparti al collasso ma si continua a ragionare con vecchi schemi burocratici.»

«Occorre – continua – una vera riforma dell’accesso al lavoro sanitario pubblico, che preveda incentivi reali per chi sceglie di operare nei presìdi più svantaggiati, meccanismi di stabilizzazione rapidi per gli specializzandi e una valorizzazione concreta del lavoro nei Pronto Soccorso, sempre più esposti e meno tutelati.»

«È inaccettabile che in una provincia come Trapani – già fortemente penalizzata da anni di depotenziamento della rete ospedaliera – si registrino numeri di questo tipo: un solo vincitore su cinquanta posti, diciassette candidati assenti alle prove e un futuro incerto per chi oggi garantisce i turni nei reparti d’urgenza.»

«In attesa di incontrare la nuova commissaria ASP, Sabrina Pulvirenti – conclude Simplicio – continueremo a portare avanti, con spirito costruttivo ma senza sconti, le nostre proposte per una sanità pubblica più giusta, attrattiva, territoriale. E lo faremo con il coraggio delle nuove generazioni: quelle che non si rassegnano al fallimento annunciato del diritto alla salute.»